
Innovare con creatività: metodi, strumenti e strategie.
A cura di Simone Budini
Oggi più che mai, la capacità di innovare rappresenta il principale vantaggio competitivo per le aziende. L’innovazione non è solo una questione di tecnologia o di nuovi prodotti: è un modo di pensare, un’attitudine che consente alle imprese di rispondere con agilità alle sfide e alle opportunità emergenti. In un contesto sempre più dinamico e incerto, sviluppare un approccio creativo è fondamentale per rimanere rilevanti e generare valore sostenibile.
Ci sono vari approcci per sviluppare questa attitudine che Edward de Bono chiamava “pensiero laterale”, vale a dire una metodologia che consente di affrontare problemi complessi esplorando soluzioni alternative e fuori dagli schemi. Mentre il pensiero logico tradizionale segue un percorso lineare e analitico, il pensiero laterale favorisce connessioni inaspettate e approcci innovativi. Esistono varie tecniche per sviluppare il pensiero laterale: la provocazione e il cambiamento di prospettiva: (mettere in discussione le assunzioni di base per esplorare nuove possibilità); l’uso delle analogie (confrontare situazioni apparentemente non correlate per generare nuove intuizioni); l’inversione (ribaltare la prospettiva di un problema per scoprire soluzioni impensabili).
Scopo di queste tecniche è la generazione di idee inedite. Anche questa non è mera creatività destrutturata, ma un processo cruciale per ogni azienda che desidera innovare. Non si tratta solo di avere intuizioni brillanti, ma di costruire un ambiente in cui le idee possano nascere, essere sviluppate e trasformate in soluzioni concrete. Tra le metodologie più efficaci per la generazione di idee troviamo il brainstorming strutturato (sessioni mirate in cui i partecipanti propongono idee senza filtri, favorendo la creatività collettiva), il brainwriting (una variante del brainstorming in cui le idee vengono scritte prima di essere discusse, per ridurre l’influenza delle dinamiche di gruppo), lo SCAMPER (un metodo che aiuta a generare nuove idee modificando elementi esistenti, attraverso operazioni come sostituire, combinare, adattare, modificare, eliminare e riordinare), o i famosi “Sei Cappelli per pensare” proprio di De Bono (uno strumento per esplorare un problema da diverse prospettive cognitive, stimolando un pensiero più ricco e sfaccettato).
Un modo particolare per affrontare le sfide in modo innovativo, soprattutto in un mondo caratterizzato da rapidi cambiamenti come il nostro, l’esercizio di futuro (futures thinking) è una disciplina interessante per le aziende che vogliono anticipare i trend emergenti e prepararsi in modo proattivo alle sfide che verranno. Il futures thinking non è una previsione esatta del futuro, ma un metodo per esplorare scenari alternativi. Per questo esercizio si seguire varie vie: l’horizon scanning (identificare segnali deboli di cambiamento per cogliere le tendenze emergenti); lo scenario planning (costruire possibili scenari futuri per valutare strategie e piani di azione adeguati); il reverse engineering del futuro (partire da un possibile futuro desiderato e risalire alle azioni necessarie per realizzarlo); il backcasting (analizzare quali decisioni presenti possono influenzare positivamente il futuro).
Al di là di quale sia la metodologia che si preferisce, il punto è adottare un approccio creativo e innovativo non più come prerogativa delle startup o delle aziende tecnologiche, ma come necessità per qualsiasi impresa che voglia prosperare in un mondo in continua evoluzione. I manager e i leader aziendali devono sviluppare competenze trasversali che includano il pensiero laterale, la capacità di generare idee e la visione strategica sul futuro.
Un’organizzazione innovativa crea un ambiente di lavoro che stimoli la creatività, favorendo la diversità di pensiero e la sperimentazione; sviluppa processi aziendali flessibili, in grado di adattarsi rapidamente a nuove idee e opportunità; adotta strumenti di innovazione collaborativa, coinvolgendo team multidisciplinari e stakeholder esterni nel processo creativo; integra il futuro nel processo decisionale, utilizzando metodologie di foresight per anticipare i cambiamenti.
L’abilità di un’impresa di reinventarsi costantemente non dipende solo dalle risorse a disposizione, ma dalla mentalità che adotta. L’innovazione non è un evento isolato, ma un processo continuo che richiede curiosità, coraggio e apertura al cambiamento. Il futuro appartiene a chi sa immaginarlo e costruirlo con creatività e visione strategica.
Simone Budini è Socio fondatore e Responsabile d’impatto di Humanistic ESG società benefit; Project Leader del CeSID (Centro su Sostenibilità, Inclusione e Digitalizzazione) della Luiss Business School, e docente di Umbria Business School. Co-manager di SDNS Italia, la principale rete delle Nazioni Unite in materia di ricerca per la Sostenibilità. È membro del CTS di NeXT (Nuova Economia X Tutti) e board member dell’International Humanistic Management Association.
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