
AI & Risorse Umane: rivoluzione in corso, ma le aziende italiane sono prudenti.
Secondo una recente indagine del Politecnico di Milano, il mercato dell’Intelligenza Artificiale (AI) in Italia ha raggiunto un valore di 760 milioni di euro, registrando una crescita annua del 52%. Nei prossimi 10 anni, questa tecnologia potrebbe trasformare profondamente molti settori e sostituire le attività di 3,8 milioni di professionisti nel nostro Paese.
Tra le aree che stanno subendo i cambiamenti più significativi troviamo quella delle Risorse Umane (HR). Ma qual è lo stato dell’adozione dell’AI in questo ambito in Italia? Un quadro dettagliato emerge dal report annuale “The AI Impact”, realizzato da Osservatorio Imprese Lavoro INAZ e Business International, che analizza come l’intelligenza artificiale stia influenzando la gestione del personale nelle aziende italiane.
L’analisi, condotta tra marzo e maggio 2024 su un campione di 200 direttori delle risorse umane di alcune delle principali aziende nazionali e internazionali operanti in Italia, ha evidenziato che solo il 21,28% delle aziende utilizza strumenti di AI per la gestione delle HR, mentre il restante 78,72% non li utilizza. Le principali ragioni di questa mancata adozione includono la mancanza di competenze interne (38%), la necessità di nuovi modelli di leadership e di una cultura aziendale aperta all’innovazione (32%) e la difficoltà nel riconoscere quali processi automatizzare (43%).
Le aziende cosiddette “pioniere” che hanno già implementato soluzioni AI nelle HR la utilizzano soprattutto per i processi di recruiting e selezione, pianificazione della formazione e sistemi di valutazione. Queste aziende indicano tra i principali vantaggi la possibilità di risparmiare tempo sulle attività routinarie (32,14%) e ridurre i costi di lavorazione delle pratiche burocratiche-amministrative (24,29%). L’analisi predittiva delle performance è un altro ambito chiave, utile per favorire la crescita professionale e la retention dei talenti.
Il report evidenzia inoltre che le aziende che investono in AI puntano non solo a miglioramenti operativi, ma a una trasformazione strategica, con l’obiettivo di ridefinire il ruolo delle risorse umane nel contesto organizzativo. L’AI deve essere vista come uno “sparring partner” per il pensiero critico, non come un sostituto delle decisioni umane.
Per quanto riguarda, invece, le principali sfide future per le risorse umane italiane, secondo il report, esse includono bilanciare l’uso della tecnologia con il mantenimento di un ruolo centrale del pensiero critico umano, creare una cultura aziendale in grado di accogliere l’innovazione superando la resistenza al cambiamento, investire nella formazione digitale per colmare il deficit di competenze tecnologiche e analitiche, affrontare i rischi di bias e discriminazione insiti nei processi automatizzati e garantire la trasparenza e il rispetto delle normative europee, come l’AI Act.